Eccoci di nuovo sulle Dolomiti per godere di una temperatura umana, mentre in città il weekend si preannuncia infernale.
Percorso spettacolare, ogni volta si percorre la strada del Pordoi a bocca aperta, senza quasi sentire la fatica, complice anche un cielo terso.
Distanza 42km – Dislivello+ 1.900m – All Mountain
Da Arabba partiamo tranquilli, la strada è molta da percorrere e non mancheranno tratti in cui si spinge la bici a piedi, percorriamo la pista da sci che costeggia il primo tratto di strada verso il passo Pordoi, e appena giunti sulla statale ci guardiamo un pò attorno:
Il Pordoi secondo noi è un’ottima salita per la partenza di un giro: la pendenza è sempre lieve, il paesaggio unico e in poco tempo si arriva in cima, con grande soddisfazione. Seguiamo poi le orme della Hero per scendere a Canazei, il nostro sentiero ci regala il Sasso Lungo.
Ombre’s art
E qui il primo imprevisto: avevamo deciso di fare un pranzo leggero per non appesantirci ma ecco che a Canazei qualcuno ha avuto la bella idea di aprire un baracchino di panini belli grassi con i wurstel, abbiamo provato a frenare e a cambiare rotta, ma non c’è stato nulla da fare….ci siamo finiti dentro come le api sul miele.
Panza piena e gambe pesanti ci avviamo placidamente verso la salita al Lago Fedaia, un bel sentiero nel bosco fa da cornice alla prima parte di salita, ecco l’Architetto che si staglia illuminato dal sole.
Breve intervallo di statale ed ecco apparire alle nostre spalle la Marmolada.
La seconda parte di salita invece è un attimo più ostica, parecchie volte dovremo scendere dalla sella e spingere a piedi
Fatica che verrà largamente ripagata dal panorama
Giriamo intorno al lago e prendiamo lo sterrato che ci porterà al Passo Padon, gli ultimi 300 metri di dislivello e di passione, con una leggera pioggia che però in cima metterà la ciliegina sulla torta, sottoforma di arcobaleno, a questo punto mancavano solo Heidi e le pecorelle.
Decidiamo di tornare ad Arabba scendendo verso Col d’Ornella…non c’è verso…ogni volta che ci infiliamo in quella valle troviamo un percorso più difficile della volta precedente.
Prima parte sentiero in discesa ripido, sassoso, scivoloso, insomma brutto, non consigliabile a meno che non abbiate una bici da DH e tanto manico; seconda parte pedalabile e godibile, con piccoli insediamenti di fienili che ogni tanto appaiono sul percorso, ancora lontani da qualsiasi strada percorribile con le auto.
Anche questa volta veloci incursioni dal macellaio e in enoteca allieteranno la serata: Andrea C. ed Emiliano daranno vita ad un filetto in crosta classico, con foie gras e tartufo; per buttarlo giù Lagrein dunkel Niedermayr
Ormai sotto i 1800 di dislivello non si scende più eh?
Ciao a presto